198-Sorso-blog-feature

198/377: Sorso

ISPIRAZIONE

198-Sorso-blog-1

Fare Sennori Sorso sarebbe stato troppo facile, neanche un chilometro in discesa. Allora ci ho messo Sassari di mezzo. Parto dalla città nel primo pomeriggio percorrendo un tratto della temutissima ‘Buddi Buddi’, la provinciale 60, per poi deviare ed arrivare a Sorso, dove anche qui come a Sennori mi ospita Gavino, papà di Angelo, pianista di jazz che visse un mese a casa mia a Birmingham durante il suo Erasmus.

Dopo essermi sistemato in casa di Gavino, riprendo la bicicletta per andare alla Marina di Sorso, percorrendo un bel rettilineo in discesa e per di più su pista ciclabile. Arrivo sula costa, dove ci sono un bel po’ di persone in spiaggia, e percorro un tratto di lungomare. la visibilità non è il massimo ma si può vedere anche l’isola dell’Asinara, mia prossima meta. Dopo aver passato un po’ di tempo in un baretto, lavorando e mangiando un gelato, mi rimetto in bici per tornare in paese.

198-Sorso-blog-2

Mi fermo un attimo all’ingresso della Cantina di Sorso Sennori, istituita nel 1955, che produce una serie di ottimi vini di questa zona chiamata Romangia, i cui terreni sono adatti a coltivare la vite per le loro caratteristiche sabbiose e argillose, e ben esposti al sole e al vento.

198-Sorso-blog-4

Rientrato in paese faccio un giro dei punti più interessanti da visitare. Parto dalla piazza del Municipio, nel centro storico, quartiere chiamato Bicocca, di impianto medioevale, e incappo subito nel Palazzo Baronale, una bella costruzione seicentesca. Da qui attraverso stradine con molte case in pietra calcarea (quella che viene chiamata ‘tufo’) e mi avvio verso la periferia del paese, passando svariate chiese, la Beata Vergine d’Itria, Sant’Anna, la parrocchiale di San Pantaleo, del XIX secolo, e poi il santuario della Madonna di Noli Me Tollere.

198-Sorso-blog-3

Arrivo alla famosa Fontana di Billellera, purtroppo chiusa, e che posso solo itravedere dall’alto, proprio come ho fatto per la sua simile fontana di Rosello a Sassari. Leggenda vuole che bere le sue acque faccia diventare scemi, anche se ormai questo tormentone l’ho già sentito in quasi ogni paese che dice ciò per le acque del vicino.

198-Sorso-blog-5

Rientro a casa di Gavino, che dopo avermi preparato la cena, mi porta nel suo studio al piano di sopra. Gavino Piana è un pittore, e vedendo le sue opere rimango stupefatto da tanta qualità e profondità di pensiero. Passiamo il dopocena a contemplare le sue opere. Gavino me le racconta una per una, facendomi capire il loro senso. Le tematiche sono spesso ambientali, e i quadri più forti sono certamente quelli che ritraggono il litorale della Marina di Sorso, spesso in balia delle onde, spesso deturpati dalla presenza di rifiuti in plastica, e nella maggior parte dei casi con le industrie di Porto Torres visibili in lontananza. E poi il quadro di un barbone di colore, bellissimo, e quelle stanze di ospedali, con i letti pieni e vuoti, che gli sono valsi importanti premi nazionali.

 

FRAMMENTI SONORI

198-Sorso-score

 

BREVI NOVELLE SARDE

L’8 giugno del 2013 Stefano Cucca partiva da Sorso con una bici, un fornellino, quattro borse, un GPS, un pannello solare, un tablet, uno smartphone e un rasoio. Con il suo progetto Rumundu, in sella alla sua bici, ha fatto il giro del mondo alla ricerca di storie e stili di vita sostenibili e alternativi al modello consumistico.

Una volta rientrato in Sardegna (e avendo trovato la sua compagna di vita in viaggio), Stefano ha creato la Rumundu Academy, di base al Parco Naturale di Porto Conte, Alghero, la prima scuola permanente del Mediterraneo per gli innovatori del futuro: un ambiente di coworking, uno spazio di co-living all’interno del quale gli studenti hanno modo di sviluppare conoscenze, competenze e abilità operative necessarie per sviluppare modelli di business a forte impatto economico-sociale e basso impatto ambientale.​

Prima di partire sono riuscito a mettermi in contatto con lui e ci siamo fatti una bella chiacchierata su Skype. Quando gli ho detto che non mi sarei portato una tenda e un sacco a pelo ma che mi sarei affidato all’accoglienza dei sardi, anche per rafforzarne il concetto, Stefano mi ha rassicurato che l’accoglienza non è prerogativa solo dei sardi ma che lui l’ha trovata lungo tutto il suo viaggio, in tutti i continenti, e ha concluso col consiglio di affidarmi ad una tenda e sacco a pelo anche per ritagliarmi i miei momenti di solitudine…”altrimenti alla fine del viaggio avrai bisogno di uno psicoterapeuta!”…effettivamente non avevo ben capito cosa voleva dire ascoltare le storie di tutti quelli che mi ospitano…e raccontare la mia…per 377 volte!