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189/377: Erula

ISPIRAZIONE

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Il grande momento è arrivato: sono alla metà esatta del percorso! 377=188+Erula+188…quanti 8, ben quattro! E oggi mi aspetta una giornata ricca! L’eccitazione mi fa dimenticare la salita mortale che mi aspetta.

Devo letteralmente scalare la montagna, in direzione delle pale eoliche, elemento importante per questo comune, ma da me ormai odiato perché sinonimo di massacro di gambe!

Arrivo in Comune dove mi aspetta il Sindaco Marianna, l’assessore Omar e tutta l’amministrazione comunale al completo con la quale da tempo preparavamo questa giornata speciale. Dopo un buffet di benvenuto in aula consiliare iniziamo il giro per il paese, poco più di settecento abitanti (magari 773!) e Comune dall’otto agosto 1988…8-8-88…ancora quattro 8!

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Prima tappa alla Biblioteca Comunale, dove ci accoglie la bibliotecaria Silvia che ci illustra le sale e, soprattutto, quella con una grande donazione di un ex parroco, Don Piero Marras, che ha lasciato qui più di 6000 volumi, che spaziano dalle materie religiose, all’arte, alla Sardegna.

Mentre entriamo nella Casa Museo di Bastiano, che da anni e anni raccoglie oggetti di tutti i tipi e li espone qui, in dei locali proprio al centro del paese, iniziano ad arrivare persone. Oggi infatti ho invitato un po’ di amici per passare la giornata in compagnia, con visite al territorio, cibo, vino e musica!

Prima una parte della mia famiglia, mia sorella e mio fratello con la sua famiglia, che non vedo da Natale. Tutti insieme passeggiamo per le stradine ordinate del paese, passando il caratteristico angolo dove, da qualche anno, si svolge una tappa del festival Time in Jazz, e varie sculture disseminate nel paese in occasione di un simposio di scultura.

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Poco dopo arrivano anche i membri del coro a tenores che ho invitato oggi per cantare nel pomeriggio musicale. Tutti insieme ci rechiamo poco fuori paese al Nuraghe Ispiene, che raggiungiamo attraverso terreni privati e un passaggio attraverso i fichi d’India che formano una sorta di tunnel.

La vista da quassù è fantastica, e la giornata è bellissima, inizia a fare caldo! Qui venne trovata una famosa navicella nuragica in bronzo, ora esposta al museo archeologico di Cagliari.

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Torniamo alle macchine, che ormai formano una piccola carovana in movimento alla scoperta di questi territori. Arriviamo alla chiesetta campestre di San Giuseppe.

Mi raccontano un aneddoto abbastanza truce. Questa era sempre stata una zona di briganti. Si dice che in totale in questa zona ci siano stati più di trecento morti, a causa di rapine e conflitti a fuoco, e che alcune vittime furono addirittura uccise e bruciate in questa chiesa.

Questa era infatti la strada che andava verso Nuoro, che qualcuno chiamava la strada delle croci. E qua vicino si trova una zona boscosa e rocciosa chiamata ‘El Castillo’ con grotte naturali dove i banditi si rifugiavano. Pare che Mussolini, per liberarsi dei banditi, volesse addirittura bombardare tutta la zona!

Di rientro in paese passiamo di fronte alla dimora del signor Spanu, famoso per le sue pipe, delle quali anche Sandro Pertini ne possedeva una. Siamo arrivati al Nuraghe Pubatta e qui ci aspettano nei locali poco sotto il nuraghe per il pranzo, allestito dal Comune e dalla Pro Loco.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

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Ho sempre avuto un’ossessione per le simmetrie e i numeri. Anche in questo progetto. Dunque un giorno, mentre pedalavo in qualche zona della Sardegna, pensavo al fatto che se c’era stato un evento per l’apertura del progetto a Nuoro, con il concerto inaugurale a Lollove, e se ci sarà un evento di chiusura a Cagliari a Dicembre, sarebbe stato bello marcare anche la metà del progetto con un evento. Ma non troppo organizzato. Un momento di convivialità, con amici e musicisti.

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Dunque eccoci qui a improvvisare un pomeriggio all’insegna della musica. Con artisti che conoscevo e con cui avevo già collaborato in passato, e con artisti che invece ho incontrato lungo la mia strada. La lista include il chitarrista Francesco Morittu di Cagliari, caro amico di vecchia data, il coro a tenores Antoni Milia conosciuto ad Orosei, il coro Badus consciuto a Badesi, il pianista Maurizio Pulina col quale collaborai più di dieci anni fa, e il batterista Paoletto Sechi, entrambi di Sassari, il fisarmonicista Giovanni Careddu, conosciuto a Telti, e tanti volti conosciuti tra il pubblico, ma molti dei quali incontrati durante questo mio viaggio, Selenita e Gianni da Olbia, Maria Vittoria e Rosa Maria da Ozieri, quest’ultima che, emozionatissima, vuole partecipare cantando da sola la strofa di una bellissima canzone sarda di Maria Teresa Cau, e poi Paola coi genitori da Sedini, Marco da Valledoria in moto, la fida Maria Antonietta da Buddusò, e forse altri che ora dimentico. E il bravissimo regista Francesco Pirisi che filma tutto, come aveva fatto anche a Lollove.

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Musica ancestrale. Io col mio ukulele basso e poi, finalmente, riunito al mio contrabbasso dopo molti mesi. Canto a tenores, millenario, accordi granitici. Canto a tasgja, accordi fluttuanti. Un Una chitarra classica che risponde al canto a tenores con un ballo campidanese prima e, poi, con una canzone di De Andrè.

Un trio di jazz, contrabbasso, pianoforte e batteria che suona standard americani. Una fisarmonica che suona qualche melodia popolare. E poi tutti insieme per un Non Potho Reposare corale. E mentre la luce cala, e la gente pian piano va via, si spengono anche gli ultimi suoni, con un duo chitarra e contrabbasso che saluta i pochi presenti.

Camminiamo poi verso il nuraghe Pubatta, dietro di noi e, soddisfatto, guardo l’orizzonte, per aver concluso un’altra giornata all’insegna della condivisione, dell’arte e delle ricchezze di questa terra, fisiche e spirituali.