
176/377: Tempio Pausania
ISPIRAZIONE
Il tempo non promette nulla di buono. Il mio ricordo di maggio in Sardegna prima di trasferirmi in Inghilterra era molto diverso. Ora mi sembra di non aver lasciato Birmingham. Anche per il traffico in entrata a questa importante cittadina della Gallura, invisibile, completamente ricoperta da un banco di nuvole basse.
Arrivo all’hotel Pausania Inn dove sarò ospite della proprietaria Elizabeth. Qui un gruppone di mountain bikers si prepara ad uscire. La loro guida mi riconosce e mi saluta. Non li invidio, il cielo è nero e fa un freddo cane. Poco dopo mi raggiunge Miriam, una ragazza che fa parte della società Balares che gestisce il nuraghe Majori, e che oggi mi farà da guida.
La prima tappa è alla stazione dei treni. Qui incontriamo Marco, che oltre a gestire il bar della stazione canta nel coro Gavino Gabriel. Marco ci guida attraverso questo luogo, di cui pian piano capisco l’importanza. Non solo un importante nodo ferroviario, ma un custode del tempo e di arte importante. L’edificio è degli anni ’30, e la sua sala d’attesa è un gioiello in stile liberty. Le opere di Giuseppe Biasi nelle parti alte delle pareti sono bellissime. Usciti dall’edificio principale visitiamo il deposito, dove ancora si trova una vecchissima locomotiva restaurata, e un vagone passeggeri stupendo, interni di lusso, tutti in legno.
Da qui ci spostiamo verso il centro, piazza Gallura, dove si trova il Municipio. Qui intorno gli edifici sono tutti rigorosamente in granito, grigio come il cielo sopra di noi. A pochissima distanza l’una dall’altra, tre chiese, in granito, Santa Croce, la parrocchiale di San Pietro e l’Oratorio del rosario. Passeggiando tra i negozi ci fermiamo all’atelier di Anna Grindi che ha inventato il Suberis, un tessuto in sughero, utilizzato per creare diversi prodotti e capi d’abbigliamento. Da qui ci spostiamo nella vicina Piazza Faber, dedicata a Fabrizio De Andrè, sopra la quale aleggia una bella struttura dell’architetto Renzo Piano e dove si trova lo Spazio Faber, con una mostra sulla vita del cantautore genovese in Sardegna, e l’ufficio turistico.
Tappa successiva è la biblioteca, situata nell’ex convento degli Scolopi, un luogo bellissimo. Qui si trova il museo Bernardo Demuro, dedicato al tenore lirico locale che fece successo a livello internazionale, e del quale qui si trovano varie memorabilia inclusi vecchi costumi di scena dei più importanti ruoli operistici interpretati nella sua carriera. Rientrati alla stazione dei treni veniamo raggiunti da tutti i membri del coro Gavino Gabriel che mi omaggiano con dei canti nella bellissima sala d’attesa, dove anch’io col mio ukulele riesco a suonare, tra l’interesse di alcuni turisti e viaggiatori.
Poco prima di pranzo Miriam mi porta al sito del nuraghe Majori, dove ci aspetta anche la collega Barbara, un sito molto ben curato, e percorriamo i sentieri arricchiti da segnaletica informativa sulla flora, che arrivano al corpo principale del nuraghe, una struttura massiccia, tutta in granito, unica per la sua particolarità di essere un nuraghe a doppia tipologia, a corridoio e a tholos. Tutto mi viene illustrato nei dettagli da Miriam. All’interno si trova una colonia di pipistrelli, una vera e propria ‘nursery’: arrivano a metà aprile, si riproducono a giugno e migrano a ottobre. Miriam li illumina con la torcia all’interno della tholos, la sala principale. Finita la visita pranziamo nel ristorante del sito, tutto cibo locale, eccezionale, inaffiato da litri di acqua Smeraldina, la locale acqua di recente annoverata tra le 10 acque migliori al mondo.
Nel pomeriggio rientro all’hotel per riposare e lavorare un po’. Stanno rientrando anche i ciclisti di stamattina, tutti bagnati e intirizziti dal freddo. Non ha smesso un attimo di piovere e le nuvole, bassissime, coprono tutti i monti circostanti, impedendo la vista di questi territori incredibili.
In serata mi aspettano due eventi. Il primo è la presentazione del mio progetto nella centralissima libreria Bardamù-Ubik in piazza Gallura. Sempre bello suonare e raccontare in luoghi di cultura! Qui tanti volti conosciuti: Mariantonietta, con la quale ho passato le giornate di Buddusò e Osidda, Viviana, che mi ha aiutato nella giornata di Telti, e anche lei insieme a Miriam fa parte della società che gestisce il nuraghe Majori. Il secondo evento è all’associazione di fotografi amatori La Sardegna vista da vicino, dove Tonina mi ha invitato a raccontare il mio viaggio, anche nei suoi aspetti fotografici. La serata si conclude con una cena al ristorante Il Trenino di Tore, che con orgoglio mi mostra un cimelio conservato in una teca al piano superiore: una chitarra appartenuta a Fabrizio De Andrè.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Nel 1969 Fabrizio De Andrè si fa costruire una casa a Portobello di Gallura e così inizia il suo amore per la Sardegna. Solo nel 1976 però decide di acquistare un terreno all’Agnata, un angolo nascosto di Gallura in comune di Tempio Pausania. Qui, insieme alla compagna Dori Ghezzi, ristruttureranno il vecchio stazzo, creeranno un’azienda agricola, diventeranno residenti di Tempio e qui si sposeranno, instaurando rapporti di amicizia con persone del luogo, concepiranno la figlia Luvi, sempre conducendo una vita semplice e laboriosa. Nel 1979 i due saranno vittime di un sequestro di persona fino al dicembre dello stesso anno. Nonostante ciò continueranno a vivere in Sardegna e ad amarla. Faber era affascinato da questi paesaggi desertici e pietrosi, con alberi sparsi, un po’ come la sua anima, e proprio qui riprese la sua fase creativa interrotta per qualche anno.
Nonostante in questo viaggio non sia riuscito ad andare a L’Agnata, parecchi anni fa la visitai con le cantanti del gruppo Andhira, che vennero invitate da Dori Ghezzi a discutere di un progetto discografico omaggio a Faber. Dunque ebbi l’onore di cenare lì con loro e Dori, una donna bella, il cui sguardo malinconico a volte si perdeva nei ricordi. Nonostante il forte legame con la Sardegna, Dori non passa più molto tempo qui, ma continua a operare nel ricordo di Fabrizio e della sua opera, in parte profondamente radicata in questa terra.