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175/377: Luras

ISPIRAZIONE

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Oggi poca strada, un po’ di salita, vento e giornata ambivalente, nuvole-sereno.

Arrivo e aspetto al bar il mio contatto Luca, avuto grazie a Riccardo di Luogosanto. Luca arriva, ci prendiamo un caffè e portiamo a casa sua bici e bagagli. Ci mettiamo in macchina per andare a visitare il territorio. Prima di tutto il bellissimo dolmen Ladas, poco lontano dal centro del paese, su un altura granitica dalla quale si vede buona parte della Gallura. Di fronte a noi il Monte Pulchiana, un grande picco (inselberg in termini geologici) granitico.

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Prendiamo quella direzione, per poi costeggiare il lago Liscia, che ho già visto nell’altro versante nella mia giornata a Sant’Antonio di Gallura. Luca mi spiega che il nome del lago era Iscia, e la lettera elle è arrivata dopo, come articolo ‘l’Iscia’. Siamo proprio al confine con Luogosanto, inizio a connettere geograficamente questi territori e il mio intricato percorso. Arriviamo fino a delle vigne con degli stazzi, e Luca mi racconta della sua attività principale, quella di produrre vino, e del sogno di impiantare dei vigneti con solamente tipologie di uva locali millenarie, che si stanno quasi per estinguere.

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Proseguiamo per un sito importante, quello degli olivastri millenari. Arriviamo e ci facciamo un giro tra i sentieri che circondano queste piante, una delle quali impressionante. Questi titani erano qui ben prima la nascita di Cristo. Il più vecchio ha 3800 anni. Rientrati in paese ci fermiamo per un aperitivo in un bel localino appena aperto, dove finalmente posso assaggiare i vini prodotti da Luca, vini Sassu, nelle due tipologie, un vermentino e un cannonau, entrambi buonissimi, dei quali mi stupisce anche la bellissima bottiglia.

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A pranzo sono con Luca e il fratello Alessandro. Luca mi racconta vari fatti di Luras, come per esempio l’importanza della produzione di sughero, come ho già visto ieri a Calangianus, della ‘berritta’ sarda, e dell’importanza che aveva il commercio con tutta la Sardegna. Luras è anche un’isola linguistica. Mentre tutt’intorno si parla il Gallurese, Luras parla quello che viene chiamato ‘Sardo’, il Logudorese.

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Il pomeriggio lo passo a girare il centro del paese, tra le case rigorosamente in granito, che si sviluppano attorno alle belle chiese granitiche di Nostra Signora del Rosario e di San Pietro. Mi reco poi al Museo Galluras, in un bell’edificio storico proprio in centro. Qui vengo guidato alla parte del museo etnografico, che conserva tutta una serie di attrezzi dei vecchi mestieri, ma soprattutto alla parte che mette in mostra la figura de ’S’accabadora’, di cui ho già parlato nella pagina di Triei, e che qui viene detta Aggabadora. Qui si trova anche un esemplare originale di martello in olivastro durissimo, col quale veniva inferto il ‘colpo’.

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La giornata si conclude con una bella cena tra amici a casa di Luca, dove l’atmosfera è amichevole, con persone appena conosciute e che alla fine della cena, dopo varie bottiglie di vini Sassu, se ne vanno offrendomi un contributo per il mio progetto.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Nei giorni scorsi è appena terminato il giro in Sardegna di un altro ciclista viaggiatore, che ho seguito su Facebook sotto il nome di Viaggiatore Lento. Ci siamo scambiati qualche messaggio e gli ho fatto queste domande:

1 Nome Cognome età città di provenienza

2 Legami familiari con la Sardegna?

3 Date inizio fine del tuo giro in Sardegna

4 Percorso

5 Perché la scelta della Sardegna e di tale percorso

6 qualsiasi cosa vuoi dire sull’esperienza!

 

Ecco le sue risposte:

 

1 Federico Veronesi vengo da Brentonico in provincia di Trento

2 Nessun legame con la Sardegna

3 Partito il 31 aprile da Alghero, arrivato a Cagliari l’11 maggio

4 Tappe:1 Alghero – Macomer, 2 Macomer – Fordongianus, 3 Fordongianus – Tharros, 4 Tharros – Barumini (monte Arci e Giara di Gesturi), 5 Barumini – Dune di Piscinas (via Montevecchio), 6 Piscinas – Domusnovas (salita alle miniere di Is Arena, Sa Duchessa e Grotta di San Giovanni), 7 Domusnovas – Santadi .. attraverso la vecchia ferrovia del Sulcis, 8 giro con Massimo Matta che mi ha guidato nel Sulcis… (Tratalias, saline di Sant Antioco, la costa di Porto Pino e rientro a Santadi), 9 Santadi – Chia, 10 Chia -Cagliari

5 questo punto meriterebbe molte e molte parole…. amo viaggiare l’Italia ricercandone le radici storiche.. è stata la Francigena fino a Roma dove ho scoperto la via Cassia e da lì è scoppiato l’amore per le antiche vie consolari romane, poi la Puglia con un intenso incontro con la civiltà Messapica ed i misteri di dolmen e menhir di cui ancor niente si conosce… ed oggi la Sardegna e la scelta del percorso é stata dettata dalla voglia di conoscerne meglio le radici storiche, i nuraghi in primis …. che avevo incrociato distrattamente nel mio primo viaggio sardo nel 2011 instillandomi una goccia di curiosità, rimasta latente fino a pochi mesi fa quando ho dovuto scegliere la meta di un nuovo cicloviaggio… ed allora via… le immense pietre del nuraghe Santa Barbara e Succoronis a Macomer, Nuraghe Losa ad Abbasanta, Barumini … a cui si sono aggiunte molte altre “scoperte” lungo la strada che mi hanno lasciato di stucco. E poi pozzi sacri (Santa Cristina su tutti) che mi hanno insegnato il profondo e sacro legame dei nuragici con l’acqua.. il mistero dei giganti di Monte Prama ed il loro sguardo ipnotico che mi hanno suggerito la grandezza di questo popolo suggellato nell’arte della forgiatura dei bronzetti. Ma nel viaggio ne sono nati molti altri con la scoperta di una Sardegna con radici ancor più antiche e profonde incise e scavate nella roccia… le spirali prenuragiche mi sono entrate nel cuore, Tamuli, Montessu mi hanno ancor di più fatto innamorare di questa terra, il culto della Dea Madre mi ha lasciato stupefatto per la raffinata capacità di modellare la roccia 7mila anni fa. E poi la Sardegna fenicia e romana di Tharros e Nora quasi sono passate “inosservate” e “banalizzate” da quanto visto delle ere precedenti (non fraintendere ti prego)….

6 Che dire di questa esperienza… ho conosciuto genti e goduto di un’ospitalitá inattesa, gli amici di Arkitano bike che in cima al monte Arci in un giorno assai freddo mi hanno scaldato al fuoco e offerto cibo e amicizia, le innumerevoli soste nei bar di paese dove quasi mai son riuscito a pagare… la grande disponibilitá di Massimo Matta della Casa del Cicloturista di Santadi assieme all’amico Doriano Muccelli…. la grande ospitalitá di Federico Mongittu che da perfetto sconosciuto mi ha accolto nel suo bar di Chia come un amico di vecchia data…  ho viaggiato su strade sterrate lontane dalle vie più seguite e trafficate scoprendo zone meravigliose quanto altre ancora profondamente ferite da un modello di sviluppo che ha arricchito solo pochi a scapito di un intera terra (vedi i parchi minerari… dei veri e propri luna park degli orrori)… ma ho avuto anche l’impressione che la gente sarda in tutto ciò sia rimasta un pò troppo alla finestra, poco incline a rimboccarsi le maniche e più impegnata nell’arte della lamentazione …. un orgoglio sardo ormai fine a se stesso dimentico della grandezza degli antichi popoli sardi e soprattutto indifferente all’immenso patrimonio storico, culturale e turistico sempre più nascosto agli occhi ed al cuore delle genti sarde…ma nonostante ciò questa terra mi è entrata nel cuore come i suoi profumi e mi chiede di tornare ancora.