155/377: Arzachena
ISPIRAZIONE
Oggi un bel po’ di strada, attraverso parte della Costa Smeralda. Voglio evitare la 125, pensando che sia molto trafficata, e invece le strade che scelgo sono molto più trafficate di quello che pensassi! Scoprirò dopo che la gente evita la 125 per le troppe curve! Uscito da Golfo Aranci costeggio il Golfo di Marinella, supero la frazione di Rudalza e prendo la provinciale 73 e costeggio il bellissimo Golfo di Cugnana. La giornata è bella e se non ci fosse tutto questo traffico sarebbe ancora più bella!
Lasciata la costa, salgo pian piano verso l’interno, tra vallate di granito e arrivo a San Pantaleo, frazione di Olbia. Qui decido di fare pausa per un caffè, e dal suo costo mi rendo conto di essere in Costa Smeralda. Il centro è molto curato, vecchi edifici in granito ristrutturati, che un tempo ospitavano laboratori di artisti ma che oggi invece sono boutiques di alta moda. Tuttavia, girando per le stradine secondarie, si respira un po’ di aria di Gallura autentica.
Proseguo in discesa e dopo un paio di diramazioni riprendo la 125. Poco prima di entrare in paese mi fermo alla reception dei siti archeologici, ce ne sono tantissimi sparsi per tutto il territorio, ma oggi non ho nessun contatto e decido per una volta di rinunciare alle visite archeologiche per dedicarmi all’esplorazione solitaria del paese e alla scrittura.
Mi dirigo subito in campagna, a casa di Marilena, un’amica di Selenita e Gianni, che a Olbia mi ha gentilmente lasciato le chiavi della sua casa. Dopo un po’ di strada bianca, in mezzo ad una stretta vallata granitica, arrivo ed è già ora di pranzo. Mangio e riposo un po’ e nel pomeriggio prendo la bici per esplorare il paese e i dintorni.
Faccio un po’ di salita e arrivo alla base della bella scalinata di fronte alla chiesa di Santa Lucia. Percorro il Corso Garibaldi, molto elegante, e vengo colpito da un’insegna: “il museo più piccolo d’Italia”. Parcheggio la bici, entro dalla porta e saluto. Non c’è nessuno. Capisco subito che il museo è una stanza, visitabile in autonomia, che racconta la storia di Arzachena e della Costa Smeralda, addobbato di alcuni oggetti antichi.
Uscito dal museo, passo accanto alla chiesa di Santa Maria della Neve, e arrivo alla piazza centrale, culla quale si affaccia il Comune. Da qui prendo una strada laterale che mi porta alla Roccia del Fungo, una scultura naturale di granito in cima ad una collinetta, proprio dentro il paese. Sento musica e noto dei ragazzi, proprio sotto il ‘cappello’ del fungo, con un radione a tutto volume!
Pedalo ulteriormente e avvisto una grande sporgenza granitica all’estremità del paese. Ci arrivo in bici, e poi a piedi. Mi arrampico un po’ e da qui la vista è eccezionale. Tutto il paese, con il fungo, ed intorno il territorio, la vasta pianura, le montagne di San Pantaleo e della Gallura. Rimango qui per un po’ in contemplazione, poi rientro alla casa di Marilena, un luogo di pace e silenzio, dove rimango a scrivere e suonare per tutta la sera e la notte.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Il 7 settembre 2002, per la festa patronale di Arzachena, il noto cantante Raf diede forfait all’ultimo momento. Per fortuna dei sardi, un nome d’eccezione si rese disponibile a salvare la serata rimpiazzando il cantautore italiano. Peter Gabriel. L’artista inglese infatti si trovava lì in vacanza nella sua residenza di Arzachena, a Li Capanni, vicino al Golfo delle Saline andando verso Palau (ci passerò accanto domani). Quell’anno, dopo anni di assenza, usciva l’album Up e Peter ne presentò ad Arzachena un’anteprima. Nel 2004 poi suonerà a Cagliari, alla Fiera Campionaria, dov’ero presente anch’io.
L’amore di Gabriel per la Sardegna va oltre la Costa Smeralda. Nel 1996 infatti, con la sua etichetta RealWorld, produce il disco S’Amore ‘e Mama dei Tenores di Bitti. E da allora passa regolarmente le vacanze qui, da dove spesso ha trasmesso la sua newsletter video Full Moon. Per questo suo affetto nei confronti della Sardegna, Arzachena gli ha concesso la cittadinanza onoraria, cosa che era stata concessa solo al fondatore della Costa Smeralda, l’Aga Khan. E la visita in Comune di questo distinto signore inglese dal pizzetto bianco, dopo aver attraversato la piazza, gremita di bancarelle, passò quasi inosservata.