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154/377: Golfo Aranci

ISPIRAZIONE

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Parto da Olbia, dovrei dire rinvigorito dai giorni di pausa ma nei quali in realtà ho avuto tanto da fare! Sono state delle vacanze all’insegna del maltempo, vento furioso e nuovoloni, con pioggia British, il tormentone di questo viaggio.

Esco dal caos della città, passo il pozzo sacro di Sa Testa che ho visitato ieri notte sotto la pioggia alla luce dei cellulari, e mi avvio verso la costa. Incontro dei cicloturisti con i quali scambio due chiacchere poi li lascio per entrare a vedere la spiaggia di Pittulongu, oggi non il massimo per il clima e il vento che ancora soffia forte.

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Dopo un po’ di sali e scendi arrivo a Golfo Aranci. Percorro il lungo mare e contatto Caterina dell’associazione Molara che qui fa la veterinaria e che mi tiene i bagagli per un’oretta. Ne approfitto per andare in bici fino a Cala Moresca, di fronte all’isolotto di Figarolo. Alle mie spalle si vendono dei vecchi impianti che scopro essere di produzione di calce. Sono sul promontorio che finisce a Capo Figari. All’interno ci sono vari percorsi che si possono affrontare sia a piedi che in mountain bike ma purtroppo devo riprendere i bagagli a breve e non avrò tempo di avventurarmi. Peccato perché sarei voluto salire fino al faro, detto Semaforo, dove vennero effettuati i primi esperimenti e la prima trasmissione radio da Guglielmo Marconi.

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Ripresi i bagagli chiamo Renato, un contatto che mi è stato fornito dall’amica Maria Antonietta che si sta premurando di aiutarmi in questa zona. Renato abita vicinissimo al porto, accanto alla linea ferroviaria abbandonata che prosegue oltre la stazione dei treni. Renato mi invita a pranzo, e prima di mangiare mi porta a vedere i resti di un pozzo sacro, sulla ferrovia e a due passi da casa sua. Poi mentre lui cucina ne approfitto per dare una lezione veloce di ukulele al figlio Giovanni. La finestra della cucina si affaccia sul mare sottostante, come un oblò, sembra di pranzare in nave, se non fosse che di nave ce n’è una ormeggiata proprio qui accanto!

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Saluto Renato, che mi ha dato il contatto di Elena e Marco che mi ospiteranno più tardi. Ne approfitto per fare un giro sul lungomare e ammirare due belle sculture sonore a forma di vela di Pinuccio Sciola. Poi decido di avventurarmi fuori paese, nella zona che si affaccia dall’altra parte verso il Golfo di Marinella. Salgo a vedere la chiesetta campestre di Nostra Signora del Monte da dove si ammira una vista incredibile verso l’inizio della Costa Smeralda. Poi scendo in un angolo di paradiso: la Baia de Bahas, un piccolo promontorio circondato di graniti arrotondati e affioranti dal mare. Faccio qualche passo sulla spiaggia di sabbia finissima e mi godo la vista meravigliosa prima di rientrare in paese.

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Prima di incontrare Elena e Marco, faccio un giro nella parte storica di Golfo Aranci, casette che un tempo erano il nucleo del villaggio dei pescatori ponzesi, arrivati dall’Isola di Ponza al largo di Napoli. In queste stradine è stata allestita una mostra fotografica permanente con gli scatti di Marianne Sin-Pfältzer che ritraggono angoli e personaggi di Golfo Aranci. Si è fatto tardi, finalmente incontro Elena e Marco che mi portano a casa loro dove ceniamo presto e chiaccheriamo del più e del meno. E grazie alla parlata di Marco, di Cabras e dall’accento campidanese, mi sento un pochino meno estraneo in questa parte di Sardegna, dove le parlate ormai sono diventate Gallurese e sempre più accenti continentali!

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Marianne Sin-Pfältzer. Un’altra di quelle persone straniere che hanno dato tantissimo alla Sardegna. Oggi ammiro le sue foto qui nelle stradine di Golfo Aranci, e poi scopro che ne hanno allestito una mostra in strada anche a Oliena. Marianne era tedesca, arrivata da giovane in Sardegna, poi ritornata a più riprese per trasferirvisi definitivamente, e tristemente per trovarvi la morte a Nuoro dopo essere stata investita da un’auto.

Marianne ha immortalato persone e momenti della Sardegna nelle sue bellissime fotografie, in bianco e nero ma anche a colori. Uno sguardo femminile, molto sensibile alle vicende umane di quest’isola dal dopoguerra in poi. Come ho già raccontato per le fotografie di Bavagnoli a Loculi, anche Marianne ha immortalato scene di una Sardegna d’altri tempi, con una certa attenzione alle persone semplici. Per fortuna anche parte della sua opera, come quella di Bavagnoli, è stata pubblicata dalla Ilisso nel volume ‘Paesaggi Umani’.