131/377: Baunei
ISPIRAZIONE
L’itinerario di oggi è spezzato in due tappe, la prima, breve, fino a Santa Maria Navarrese, frazione di Baunei sul mare, la seconda, che farò dopo pranzo, tutta salita fino a Baunei.
Dopo il breve tratto di strada, tra dei bassi rilievi granitici, arrivo a Santa Maria Navarrese dove mi accoglie l’assessore Ivan. Ci fermiamo proprio in un parco all’ingresso, dove un gruppo di pensionati volontari sta curando i tronchi degli olivastri millenari. Li salutiamo e saliamo fino alla chiesetta medioevale di Santa Maria, fatta costruire dalla principessa di Navarra in onore della Vergine Maria per essere sopravvissuta al naufragio della sua nave. All’interno della chiesa dovevano trovarsi le tombe dei marinai morti nel naufragio. Pare che nell’altare fosse stato ritrovato un contenitore d’argento che conteneva come reliquia il dito di un santo, ora custodito a Lanusei.
Di fronte alla chiesa si trova uno degli olivastri più maestosi, con un tronco larghissimo. Poco distante nel piazzale c’è un forno antico che si usa ancora per le feste. Camminando in una stradina superiamo la bella Villa Vigna, la prima casa dell’abitato risalente agli anni ’50, e poco dopo arriviamo alla torre spagnola, ben conservata. Ivan ha le chiavi, così saliamo fino al terrazzo, da dove si può ammirare tutta la vista sul porto turistico e la spiaggia. Riscesi, camminiamo sul lungomare e ritorniamo alla piazza centrale. Da qui prendiamo la macchina per arrivare ad un punto panoramico, da dove iniziano i sentieri di trekking, che purtroppo non avrò tempo di fare in questo viaggio. Il territorio di Baunei è vastissimo, e almeno due delle sue bellezze, il Golgo e la Perda Longa avrei voluto vederle…mi riprometto di tornarci in futuro.
Dopo aver pranzato al ristorante Il Pozzo, saluto Ivan e mi metto in viaggio per Baunei. Mi aspetta la bella salita sulla strada statale 125. È meno peggio di quello che pensavo. Purtroppo il tempo si sta rovinando e inizia a piovvigginare. Arrivo in paese che sta proprio piovendo. Per fortuna ho un posto dove andare, casa dell’amico Giuseppe, che mi ha ospitato anche a Chia nella mia giornata di Domus De Maria. La casa è proprio nel centro storico, caratterizzato da edifici quasi tutti nel tipico calcare bianco di questa zona.
Nonostante la pioggia decido di fare un breve giro in paese per fare qualche foto a scorci caratteristici. Cammino lungo le stradine, unite da scale o discesine ripidissime, come nei tanti (ma tanti!) paesi della Sardegna arroccati nel fianco di una montagna. Sulla strada principale si trova la chiesa parrocchiale di San Nicola, caratteristica per una vecchia facciata d’ingresso distaccata dal corpo principale della chiesa. Passeggio fino ad arrivare ad un terrapieno dal quale si ammira tutta la vallata in basso fino alla costa, ma oggi la vista non è il massimo per via della pioggia.
Rientro a casa e mi metto a lavorare fino all’ora di cena. Dopo aver mangiato un boccone al Bar Centrale, vengo raggiunto dai membri del coro polifonico Montesantu. Insieme al loro direttore Giampriamo, che ho conosciuto al concerto per Amelia a Tortolì, ci dirigiamo a casa di uno dei membri dove si svolgono le prove. Il coro mi presenta una selezione di brani dal loro repertorio, e tra un bicchiere di vino e l’altro riesco anche ad unirmi a loro con il mio ukulele, passando una serata in allegria.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Ivan, assessore, è il proprietario di una serie di negozi che propongono prodotti fast food locali come i culurgiones da asporto, o gli hamburgers di carni locali ‘a chilometro zero’, o i frappè di latte e frutta locali. I due negozi erano nati come McPuddu (cognome di Ivan che in sardo vuol dire anche pollo) e McFruttu (cognome della madre).
Con incredulità di Ivan, arrivò una lettera dal team legale della McDonald’s che lo diffidava dall’utilizzare il prefisso Mc davanti ai suoi nomi, in quanto potevano indurre confusione nei clienti. Per evitare di venire coinvolto in un caso giudiziario contro una multinazionale così grossa, Ivan ha aggiunto la parola ‘censored’ e cambiato il prefisso da Mc a De, molto più in linea con i cognomi sardi (anche con l’origine del mio De-Sanay…che se avessi avuto l’idea del fast food sarebbe diventato McSanay…o tradotto del tutto McCure…che è effettivamente un cognome di origine Scozzese!).
Di recente i due negozi sono diventati Mec Puddu e Mec Fruttus, e hanno avuto un boom di clienti, forse come segno di solidarietà dopo la vicendo con la McDonald’s. Di certo non ci sono paragoni fra i due: la Mc che rifila prodotti di qualità dubbia, o quantomeno mal digeribili, mentre la ‘censored’ De e poi Mec che vende prodotti locali di alta qualità…voi quale scegliereste?