127/377: Bari Sardo
ISPIRAZIONE
Anche oggi tutta discesa! Anche oggi sole! Volo verso Barisardo sulla provinciale e dopo non molto entro in paese. Oggi non ho ancora contatti qui, ma Elisabetta e Gerardo da Loceri mi hanno consigliato di andare a vedere il mulino locale. Quando arrivo mi accolgono i proprietari Antonello e Agostina. Spiego cosa sto facendo e Antonello mi mostra il mulino, i vecchi macchinari e il processo di produzione della farina (che ho visto anche al mulino di Zeddiani).
Antonello e Agostina mi mettono in contatto con Veronica, un consigliere al Comune, la quale mi dà appuntamento alla chiesa centrale. Nel frattempo mi chiama Raffaele di Jerzu, per dirmi che ha pensato lui all’ospitalità e che sarò all’hotel ristorante San Giorgio. Mentre mi avvio alla chiesa, qualcuno mi ferma in strada. È Cristian, colui che mi ha ospitato a Cardedu, che ha una gioielleria proprio qui sulla strada centrale. Mi offre il caffè e mi porta dentro a vedere il suo laboratorio di gioielli, ancora con le vecchie attrezzature appartenenti al nonno. Insomma, arrivo in un paese senza avere idea di cosa succederà, e nel giro un’ora tutto si è risolto, ed ho anche troppi impegni!
Arrivo alla chiesa della Beata Vergine di Monserrato dove mi aspettano i consiglieri Veronica ed Angelo. Accanto si trova anche la piccola chiesetta di Nostra Signora del Rosario. Entriamo nella chiesa grande, dove mi colpisce la qualità dei marmi utilizzati per l’altare principale e quelli delle cappelle laterali. Sulla piazza, luminosissima, all’ombra del campanile barocco, è presente un bel murale colorato rappresentante la processione di Su Nenniri, un rito pagano antichissimo mi spiega Veronica, di origine mediorientale, dove la statua di San Giovanni viene portata dalla chiesa alla Torre di Barì insieme ai Nenniri, vasi di terracotta decorati e riempiti di grano, che poi vengono lanciati in mare.
Bari Sardo si chiamava in origine Barì, ma per distinguerlo da Bari nelle Puglie venne rinaominato dal re Vittorio Emanuele II. Camminando nel centro storico, ben curato, mi spiegano l’esistenza di diversi vicinati, che erano separati da fiumi, ora incanalati e coperti. Barì era detto il paese delle acque per la presenza di questi fiumi e di varie fontane e pozzi presenti in molti cortili domestici. Il paese fu coplito da diverse alluvioni, la più grave nel 1951, nella quale un’intera famiglia perse la vita. Ci dirigiamo in periferia e saliamo lungo una stradina per arrivare in cima ad una collinetta, dove si trova la chiesetta di San Leonardo, tutta in pietra basaltica, proveniente dagli altopiani intorno, ormai sconsacrata. Da qui posso ammirare l’intero paese, con la cupola ed il campanile della parrocchia centrale, e le colline intorno.
Dopo un aperitivo in compagnia mi dirigo all’hotel San Giorgio, dove mi raggiunge Raffaele per pranzo. Mi fa piacere rincontrare la persona che si è presa cura della mia ospitalità a Jerzu, e ora anche qui. Ci lasciamo con la speranza di rivederci presto, e una volta sistemate le mie cose nella stanza, prendo la bici e percorro i pochi chilometri che portano alla Torre di Barì e alla spiaggia. Lascio la bici appoggiata ad una roccia, mi sdraio sulla calda sabbia a ridosso degli scogli proprio sotto la torre, e poco dopo, quando mi risveglio trovo Elisabetta e Gerardo, che mi hanno ospitato ieri a Loceri, che mi guardano! Ahahaha!! Insieme a loro giriamo intorno alla torre, ammirando la vista sulla bellissima spiaggia e i due lati del promontorio.
Poco dopo mi raggiungono di nuovo i consiglieri Veronica, Angelo e Francesca, per portarmi in macchina all’altopiano basaltico di Teccu. Questa era una zona vulcanica, e le tracce della vicina bocca del vulcano si vedono nei basalti, che in alcuni punti presentano tracce di colata lavica raffreddata velocemente. Dopo un po’ di cammino arriviamo al nuraghe Sellersu, uno dei tanti presenti nella zona. Tutt’intorno segni di capanne nuragiche. Saliamo sulla cima e ammiriamo il panorama costiero, e la spiaggia di Cea in lontananza, con i faraglioni rosa che spiccano dal mare.
Inizia a far buio, riprendo la bici parcheggiata e ripercorro la strada per tornare in paese. Mi metto a lavorare, e per cena vengo invitato da Antonello e Agostina, i proprietari del mulino, al ristorante L’Imperfetto, dove mangiamo dei buonissimi piatti di mare! Vado a letto contento di aver trascorso un’altra giornata piena, iniziata senza nessun contatto o aspettativa.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Poco prima di ripartire da Bari Sardo, il gioielliere Cristian mi offre un caffè e si ricorda all’ultimo di questo ragazzo, Luca Amaduzzi, toscano, che ha prodotto le frecce di direzione per biciclette. Luca vive a Londra, ma il padre Carlo vive A Bari Sardo da più di quarant’anni e gestisce l’hotel Domus De Janas vicino alla Torre di Barì. Cristian chiama Carlo, gli parla del mio progetto e gli chiede il contatto del figlio Luca.
PS qualche giorno dopo mi metto in contatto con Luca, il quale è felice di regalarmi un set di frecce Winglights, questo il nome del prodotto. Sono già a Tortolì e vengo gentilmente accompagnato da Maurizio all’hotel Domus De Janas, dove ci accoglie Carlo, e ci presenta le Winglights, prodotto bellissimo, il cui ultimo modello Winglights 360, oltre che essere frecce, è anche luci, bianche in avanti, rosse dietro, azionabili indipendentemente dalle frecce. Carlo me ne regala due set, e io (in segreto) ne regalo uno a Maurizio. Poi ci mostra con orgoglio le sale dell’albergo, in questo momento chiuso per i lavori di preparazione alla stagione.
Luca, 34 anni, è nato a Firenze, è cresciuto tra Firenze d’inverno e Bari Sardo d’estate, ha studiato economia e ora vive a Londra. È proprio andando in bici in questa città, dove io stesso ho vissuto da ciclista per parecchi anni, che si è reso conto dei pericoli che si corrono, e dell’utilità di poter segnalare la propria intenzione di svoltare senza rischiare di allungare un braccio. È così che insieme ad un socio ha ideato e perfezionato le Winglights, fondando la CYCL, anche grazie alla vittoria nel programma Drangon’s Den della BBC, una gara tra giovani imprenditori.
Magari incontrerò Luca l prossima volta che mi troverò a Londra, anche se con la Brexit è più probabile che sia lui a riportare la sua compagnia in Italia! Non mi resta che provare le Winglights 360 la prossima volta che pedalerò in situazioni di buio, a dire la verità rare in questo viaggio nel quale viaggio solo di mattina. Ma nel tratto di galleria tra Tertenia e Cardedu avrei proprio volute averle!