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113/377: Perdasdefogu

ISPIRAZIONE

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Ultima tappa prima di un altro break per partire a suonare in Olanda. Ed è un’altra tappa dura ma bellissima. Parto di mattina presto, la temperatura è bassa ma il cielo terso. Sembra che il nome Escalaplano descriva il mio cammino, la scalata di un lungo falso piano in salita, finché scollino e allora scendo in picchiata verso la valle del Flumineddu, percorrendo curvoni a picco su strapiombi. La vista si estende a sud su tutte le montagne del Gerrei, e intravedo le antenne di Punta Serpeddì e i Sette Fratelli. Attraversato il ponte sul Flumineddu mi aspetta una durissima salita. Sto ufficialmente entrando in Ogliastra, Mi fermo un paio di volte fino ad arrivare in cima all’altopiano di Perdasdefogu, dove il cambio geologico è annunciato dai famosi calcari mesozoici della zona dei Tacchi, visibili in lontananza.

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Arrivo in paese e mi dirigo al bnb Signorida di Anna che mi ospiterà. Poggiati i bagagli esco per visitare un po’ il paese. Sono in pieno centro storico, molte case sono ben ristrutturate, altre ancora vecchie con le pietre calcaree in vista. Trovo diversi murales, moderni e una scritta emblematica riassume alla perfezione la realtà di molte zone della Sardegna “non abbiamo rete wifi ma dopo due bicchieri di vino si naviga che è una meraviglia”. Salgo sulla parte alta fino alla chiesetta di San Sebastiano, del XI secolo, completamente aperta sui lati, con delle bellissime arcate in pietra all’interno, ristrutturata con una copertura in legno.

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Riscendendo nella parte bassa arrivo alla Piazza Longevità, dedicata ai centenari del paese. Perdasdefogu ha avuto la donna più vecchia del mondo, 108 anni, e la famiglia col maggior numero di centenari, entrando così nel Guiness dei primati. Sono entrato in una delle 5 cosiddette ‘blue zones’ del mondo, dove si vive di più (insieme a Okinawa in Giappone, Loma Linda in California, la penisola Nicoya in Costa Rica e l’isoletta greca di Ikaria). È incredibile pensare che proprio qui a Perdasdefogu c’è una struttura militare enorme, il Poligono Interforze Salto di Quirra, sul quale sono state fatte indagini a riguardo dell’inquinamento prodotto dai metalli contenuti nelle armi. I centenari pare non se ne siano accorti.

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Mentre mi avvio al ristorante La Ruota qualcuno suona il clacson e mi saluta. Riconosco Aldo, uno dei ragazzi che incontrai nel mezzo di una tempesta di vento e nevischio sui monti di Vallermosa nella mia giornata lì. Aldo si unisce a me per pranzo. Vengo accolto in Ogliastra da un bel piatto di culurgiones.

Aldo si fa in quattro per organizzare il pomeriggio a visitare il territorio. Troviamo Gianni, una guida esperta che ci porta a Is Tapparas, un’area boscosa dove un tempo si produceva carbone. Camminiamo per un po’ tra le pietre calcaree e arriviamo ad una zona di diaclasi, spaccature verticali nel calcare strette e profondissime. Una di queste è visitabile. La percorriamo, scendendo grazie all’aiuto di una corda nella parete e dentro la sensazione è incredibile, alzando la testa si vede una striscia di luce e gli alberi esterni, ma noi siamo molto sotto. In questa zona si ritrovano i Geotritoni, delle specie di rettili uniche dell’ambiente di grotta.

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Una volta usciti camminiamo in un terreno dove bisogna far attenzione a non finire in una diaclasi nascosta, il vuoto sarebbe profondissimo, e arriviamo ad un punto panoramico incredibile, dal quale si vedono i tacchi calcarei del Giurassico, che caratterizzano questa zona. Nella vallata si intravedono delle strutture di vecchie miniere e Gianni mi indica diversi punti nei versanti dove ci sono resti archeologici. Poco lontano da qui, immerso nel bosco, che contiene anche una comunità di cervi, si trova il Centro Speleologico, dove si svolgono anche attività didattiche, includa la discesa in corda su una parete proprio accanto allo stabile.

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Rientrati in paese visitiamo il Museo Ceas, Centro Educazione Ambientale Sostenibile, curato da Gianni, con collezioni impressionanti di fossili e minerali, sia sardi che provenienti da tutto il mondo, e di insetti. Inoltre una serie di animali imbalsamati in una ricostruzione ambientale in un diorama, con i suoni dell’ambiente e i versi delle varie specie. C’è anche un allestimento di attrezzature speleologiche, antiche e moderne, in continuo sviluppo.

Ritorno a cena alla ruota, dove la televisione inizia a fornire i primi risultati delle votazioni di ieri, che coincidono con il mio pronostico. Finita la pizza, me ne torno verso il bnb di Anna. La temperatura è scesa e domani mi aspetta una levataccia per partire verso l’areoporto di Cagliari, destinazione Olanda. La quarta breve interruzione del mio giro.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Anna, insegnante in pensione, mi racconta delle attività che svolge in paese per diffondere la cultura, specialmente alle nuove generazioni. Sta lavorando con un gruppo di giovani ad una rappresentazione teatrale e questa sera è qui con una giovane attrice per insegnarle la parte. Poi mi racconta del festival Sette Sere, Sette Piazze, Sette Libri, del quale il celebre fratello Giacomo è direttore artistico. Una serie di eventi, letture, presentazione libri, concerti, che si svolgono all’aperto in diversi punti del paese.

Con un pizzico di orgoglio mi svela anche di essere la prima a ricevere le bozze dei libri del fratello, che le impone di usare senza pietà la matita rossa e blu che si usava con gli studenti per correggere gli errori. E mi consiglia di leggere un libro di Giacomo che è appoggiato sul tavolino, Il Forno e la Sirena, scaturito dall’intervista con due anziani, e che riporta il loro ricordo di avvenimenti durante la Seconda Guerra Mondiale, il forno è quello dei campi di concentramento, la sirena quella che annunciava gli imminenti bombardamenti. Aggiungo il titolo alla mia lista di libri da leggere alla fine di questo giro, che ho deciso dover essere privo di letture e di ascolti per non influenzare l’ispirazione datami dai luoghi che visito.