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111/377: Ballao

ISPIRAZIONE

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Oggi finalmente capisco perché qualcuno mi ha consigliato di invertire Ballao con Goni. Dopo un po’ di salita uscito dal paese arrivo ad un tratto in discesa vertiginoso, a tornanti stretti. Averla dovuta farla al contrario sarebbe stato un massacro. Da quassù la vista è incredibile, le nuvole stanno al di sotto, nella valle, tra le montagne.

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Scendo in picchiata e arrivo al ponte sul Flumendosa. Subito dopo mi aspetta un altro po’ di salita ma arrivo presto ad un sito archeologico che mi è stato consigliato, la fonte sacra Funtana Crobetta, un bel pozzo sacro con la gradinata che scende completamente riempita d’acqua. Intorno al pozzo ci sono resti di scavi, si capisce che la zona intorno riserva ancora qualche sorpresa per gli archeologi.

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Costeggio il Flumendosa, lo riattraverso su ponte, e dopo un tratto in piano entro a Ballao. Mi dirigo al bnb Su Semucu dove mi attendono i proprietari Alma e Francesco. Dopo essermi sistemato riprendo la bici per fare un bel giro. RIesco dal paese, attraverso di nuovo il ponte e risalgo verso le montagne di fronte al paese, arrivando fino alle miniere Corti Rosas. Gli edifici sono quasi tutti abbandonati eccetto alcuni che hanno subito delle ristrutturazioni. Ma il luogo è abbastanza spettrale, soprattutto il silenzio col solo suono delle vecchie finestre di legno che vengono sbattute dal vento. Arrivo all’ingresso di una galleria chiamata Autarchia, probabilmente nel periodo fascista in cui la miniera venne altamente sfruttata. Si intravede dentro, un tunnel lungo che finisce nel buio e posso immaginare i minatori, che fino agli anni 60 estraevano principalmente rocce contenenti antimonio.

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Rientro in paese per pranzare con la famiglia di Alma e Francesco. Oggi infatti il figlio Enrico festeggia in ritardo il compleanno, insieme al cugino che lo festeggia tra qualche giorno, e mi hanno invitato a partecipare. Un pranzo succulento con le zeppole preparate dall’altro figlio Michele che gestisce una pasticceria, proprio qui accanto. Dopo pranzo riesco a lavorare un pochino, poi prima che faccia buio faccio un giro dentro il paese per raccogliere qualche impressione e qualche scorcio da fotografare.

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Riscendo accanto alla chiesa moderna di Santa Maria Maddalena, per fotografare un bel murale all’ingresso del paese, che recita un ricordo di Emilio Lussu “Da ragazzo ho assistito più volte al lancio dei viveri – fette di pane e fichi secchi – fatto dal di qua del Flumendosa, nei punti più stretti, con le fionde”. Capisco un po’ come il fiume influenzasse la vita di altri tempi, in base alle variazioni della sua portata. Proseguo per la strada principale, osservando alcuni bei muri di pietra. In alcune case compare il mattone in ladiri, che effettivamente era sparito dalla mia vista per un bel po’ di paesi, quelli del Gerrei alto, mentre ricompare qui, nella piana di un fiume. Mi inoltro nelle strette stradine del centro storico e salgo fino alla parte più alta del paese da dove posso ammirare tutta la valle sottostante.

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Concludo la serata a cena con la famiglia di Alma, e a chiaccherare col loro figlio Enrico con cui abbiamo un po’ di cose in comune. Quando poi la mattina dopo vorrei saldare il conto del mio pernottamento, Francesco mi dice “non ti preoccupare, sei nostro ospite”. Non è la prima volta che questo accade in questo viaggio e non posso che ringraziare con il cuore.

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Enrico, 44 anni, vive a Londra, a Bromley per l’esattezza, da 15 anni. Abbiamo molto da raccontarci sulle nostre esperienze English e sulla vita nella capitale. Mi racconta della sua attività di freelance, la WEM upcycling. Enrico costruisce mobili e oggetti di arredamento in legno, intagliandolo, e usando materiale di riciclo come vecchie bobine in legno. Una tipologia di oggetti che in Inghilterra trova molto mercato. Ma poi Enrico mi racconta anche di come prima di quest’attvità avesse una vita frenetica e iperattiva. Un giorno facendo giardinaggio come un vero inglese, venne colto da un malore. L’ambulanza arrivò nel giro di pochi minuti e i medici gli salvarono la vita. Un infarto, di quelli fulminanti, che gli inglesi chiamano The widow maker (letteralmente il “produttore di vedove”). Da allora Enrico ha rallentato i suoi ritmi, lavora in una scuola e ha deciso di dedicarsi ad un’attività creativa.

La mattina dopo Enrico deve andare a votare presto perché poi va a Cagliari a prendere l’aereo per Londra. Un altro sardo che si è fatto strada nella “Big Smoke” con un’attività creativa, ma che stava per essere irrimediabilmente colpito dalla sua vita frenetica. Ci ripromettiamo di vederci lì, magari per il mio prossimo concerto. Have a safe trip back Enrico!