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103/377: Muravera

ISPIRAZIONE

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Il percorso di oggi è breve, quasi tutto in piano e la giornata bellissima, nulla di cui lamentarsi!

Arrivo a Muravera e grazie ad un senso unico nella strada principale sono obbligato ad addentrarmi nelle viuzze del centro storico che mi colpiscono per le case ristrutturate, i bei portali, le chiesette e un portico in pietra (scopro poi chiamarsi Portico Petretto. Dopo un altro po’ di gironzolare in salita e discesa per il centro storico, arrivo al bnb San Leonardo di Valentina e Luca che mi ospiteranno, e qui incontro anche Bruna, sorella di Valentina, che segue il mio progetto da un bel po’.

Una volta sistemate le cose, tutti insieme ci mettiamo in macchina per visitare il territorio circostante, ricchissimo di bellezze. Prima tappa la spaziosa spiaggia di San Giovanni, oggi deserta con le onde che si adagiano leggermente sul bagnasciuga. Per spezzare una lancia a favore di tutte le spiagge con la sabbia un po’ più scura di quelle candide che appaiono spesso nelle pubblicità delle coste sarde, noto l’estrema pulizia di questa sabbia, e con occhio del geologo non vedo nessuna differenza tra una bella sabbia bianca, grigia, giallognola o nera che sia.

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Non lontano da qui si trova la particolarissima Torre dei Dieci Cavalli, così chiamata perché si dice che qui dieci cavalieri tentarono di respingere l’invasione dei saraceni. Riusciamo a superare una zona acquosa passando su canne e vegetazione che affonda ad ogni passo, e arriviamo proprio sotto la torre, che presenta una parte bassa squadrata con un arco, e poi la parte tronco-conica, non ne avevo ancora visto di questo tipo.

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Muravera possiede ben tre peschiere, quella di San Giovanni, di Colostrai e di Feraxi. Ci avviamo verso quest’ultima, in una bellissima zona al confine col territorio di San Vito, dove si vedono i segni della grave alluvione che ha colpito tutti i territori circostanti, San Vito e Castiadas, e anche i segni di un violento ciclone che ha abbattuto diverse decine di alberi. Arriviamo alla peschiera, gestita dalla Cooperativa Pescatori Feraxi, dove ci vengono mostrate le varie vasche, coperte da reti, contenenti i pesci in fase di sviluppo. A causa delle recenti alluvioni anche qui ci son stati ingenti danni, con la moria di centinaia di pesci. L’area è bellissima, grazie anche alla giornata, e l’acqua dello stagno retrostante sembra uno specchio.

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Ci dirigiamo poi nel promontorio di Cala Sa Figu, da cui si gode di un bellissimo panorama delle spiagge da un lato, e di Capo Ferrato dall’altro, che copre la vista delle spiagge di Costa Rei, sempre appartenenti al Comune di Muravera, nonostante molto più vicine a Castiadas! Costeggiamo poi gli stagni di Colostrai e ci dirigiamo verso l’altra torre costiera, la Torre Salinas, arroccata su un picco sotto il quale si trovano un paio di abitazioni private letteralmente sul mare! Sotto la torre la spiaggia di Cristoluaxedu, dove scendiamo per ammirare la risacca, e qualche bel residuo di ginepro lasciato dalle correnti.

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Muravera è famosa per le sue arance. Nel pomeriggio Bruna mi porta a vedere l’aranceto di famiglia, nei loro terreni proprio al centro del paese, dove gli alberelli bassi sono ricchi di frutti nonostante molti siano già stati raccolti e il vento ne ha fatto cadere giù tanti. L’ultima visita è al laboratorio tessile Il Telaio Muravera, dove le tre sorelle che lo gestiscono, Flaviana, Sandra e Simona, mi accolgono e mi mostrano svariati lavori, su telai antichi e moderni. Rimango incantato dai gesti sicuri e ripetitivi, dalle mani che fanno passare la lana di pecora attraverso le trame, contando gli spazi accuratamente per non sbagliare la geometria del disegno. Al momento stanno lavorando su un bel progetto dove alcune opere di Maria Lai dedicate a Grazia Deledda stano venendo replicate su degli arazzi, una ventina di opere commissionate ad altrettanti laboratori tessili.

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Concludiamo la serata in allegria con una buona pizza in centro e oggi riesco ad andare a letto presto!

 

FRAMMENTI SONORI

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BREVI NOVELLE SARDE

Giro in Sardegna senza soldi…non parlo di me (vista la carenza di sponsor e contributi verso questo progetto sarebbe un buon titolo alternativo), ma dell’ennesimo camminatore che di recente ha intrapreso un’impresa altrettanto interessante. Luca Cuomo è un ragazzo, vent’anni, che con un carrellino a traino e letteralmente senza soldi nel 2018 ha deciso di compiere il giro della Sardegna a piedi, percorrendola nel suo perimetro costiero, in senso antiorario, in tre mesi. Quello che Luca chiedeva era ospitalità e dei pasti a privati, aiutandosi con i social media, un po’ come sto facendo io nel mio viaggio. Cercando info su Luca scopro che c’è stato anche un certo Elia Giacobbe che il giro delle coste sarde senza soldi l’ha fatto in 57 giorni. Leggendo qualche intervista dei due capisco che c’è molto in comune tra noi, la voglia di partire senza organizzare troppo, l’andare lenti, il condividere, e il restituire qualcosa. Spero un giorno di conoscerli entrambi e di poter confrontare le esperienze negli stessi territori percorsi.