101/377: Villasimius
ISPIRAZIONE
Ecco, quella di oggi si che è una vera tappa…la più lunga finora, e forse sarà la più lunga di tutto il progetto: circa 60 chilometri. Per non rischiare di perdermi in mezzo ai Sette Fratelli, magari su strade bianche, avevo solo due opzioni: o tornare indietro per l’Orientale Sarda fino a Maracalagonis e prendere la costiera Cagliari Villasimius, circa 70 chilometri, oppure proseguire sempre per la vecchia Orientale Sarda, passando da Campuomu. Ho optato per la seconda, poco più breve, nonostante debba attraversare ben due comuni, San Vito e Castiadas, nei quali dovrò tornare nei prossimi due giorni.
Dunque mi metto in strada presto, volo giù per la discesa di Burcei, e imbocco la vecchia Orientale, ormai poco trafficata dopo l’apertura della variante nuova, più veloce. La prima parte è ancora in ombra e molto fredda, ma appena passo Campuomu ed entro nella stretta valle granitica il sole è salito e mi riscaldo. La vista è fantastica, sento il rumore dell’acqua che scorre a fondovalle e mi fermo spesso ad ammirare gli strapiombi lungo strada, fino all’Arco dell”Angelo, la parte dove il salto è più alto. Proseguo in picchiata ed esco sulla piana di San Priamo, comune di San Vito. Mi fermo al bar del piccolo villaggio per un caffè e mangio i panini che mi hanno fatto a Burcei.
Mi rimetto in bicicletta. Questa volta inizio ad attraversare il comune di Castiadas, molto lungo e collinoso, ed è sempre un sali e scendi. Supero la ex colonia penale, dove sarò domani, e mi pento di aver preso questa strada e non essere sceso più verso la costa, visto che domani dovrò ripercorrerla…errori di percorso! Anche da qui ho due opzioni, la strada interna o quella costiera. Oggi opto per la interna…la salita è mozzafiato, nel vero senso della parola, e quando scollino, dopo più di 50 chilometri, volo in discesa verso Villasimius esausto.
Entro nella via principale, la stessa che d’estate sarebbe impossibile percorrere in bici oggi è deserta. Arrivo alla piazzetta principale e mi fermo per riprendere fiato. La libreria è chiusa, accanto a dei bei palazzetti storici. Chiamo Mariano, un contatto che mi è stato dato dall’amica Michela conosciuta a Sinnai, che mi ospiterà nel suo bnb. Mi rimetto dunque in bici e scendo lungo la via che porta verso le spiagge. Arrivo a casa di Mariano, una bellissima villa con una terrazza panoramica dalla quale, mentre scambiamo le prime chiacchere, ammiriamo la vista su tutta la costa, fino a Porto Giunco, inclusa l’Isola dei Cavoli.
Nel pomeriggio mi raggiunge Michela e facciamo un giro di spiagge, scontate e affollate d’estate, ma speciali in questa stagione, soprattutto oggi che la giornata è bellissima. Prima tappa, a pochi minuti da casa di Mariano, è a Punta Molentis, una spiaggia bianchissima con spruzzi di rosa di corallo che finisce sul promontorio di rocce granitiche dalle forme arrotondate.
Ci godiamo il silenzio prima di rimetterci in macchina verso Cava Usai, proprio sul Capo Carbonara, l’estremità più a sud della costa orientale. Qui veniva cavato il granito, purissimo, e rimangono ancora dei vecchi stabili e blocchi i granito squadrati che l’andare e venire delle onde hanno smussato e arrotondato.
Di rientro passiamo alla Vecchia Fortezza, un fortino del 1500 a ridosso porto turistico. Da qui assistiamo ad un tramonto spettacolare su tutto il golfo degli Angeli. E come ultima tappa passiamo a quella che era un tempo la spiaggia del Riso, così chiamata per la forma dei suoi granelli di sabbia perfettamente circolari, completamente scomparsa dopo i lavori di ampliamento del porto.
FRAMMENTI SONORI
BREVI NOVELLE SARDE
Mariano mi da le indicazioni per trovare casa sua “quella villa bianca, con un grosso ascensore esterno su un lato, non puoi mancarla, sono qui fuori che innaffio”. Percorso il rettilineo che scende alla spiaggia di Simius effettivamente vedo la casa. Il cancello è aperto, e Mariano, su una sedia a rotelle, innaffia le piante del giardino. Entro, mi presento, parliamo e ci conosciamo. Mariano mi racconta del suo night club, il Blue Lagoon qui nella sua villa, e mi fa andare a vedere il giardino sul retro. Mi racconta di stagioni d’oro, di clientela di ogni tipo. Poi prendiamo l’ascensore e saliamo nella fantastica terrazza ad ammirare il panorama.
Mariano mi racconta del suo incidente, un carico di una nave che gli cadde sulla schiena lasciandolo mezzo paralizzato a 30 anni. Ma Mariano ha combattuto e continuato a godersi la vita, col night club, poi mi racconta di moltissimi viaggi, in giro per il mondo, di posti con disagi estremi per un disabile e di altri dove tutto era più facile. Dopo essersi ripreso da un brutto periodo Mariano sta ora inaugurando una nuova fase di casa sua, dapprima l’attività del B&Bio, un bed and breakfast biologico e a misura di disabili. Qui inoltre sta avviando corsi di yoga e altre pratiche fisico-spirituali, come il massaggio sonoro con le campane tibetane.
Mariano va su e giù per la casa in carrozzella e fatico a credere che in questa condizione si possa trovare così tanta energia per mantenere tutte queste attività. Ci salutiamo prima di andare a letto perché Mariano uscirà molto presto. Non mi resta che assorbire un po’ (in realtà spero molta) di questa attitudine e voglia di vivere e portala con me, con la speranza di poter un giorno far parte della classe di yoga sulla sua terrazza!